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Francesco Musante
Francesco Musante Francesco Musante, artista genovese classe 1950, è chiamato "il pittore delle favole".
Le sue opere costellate di omini fantastici, cieli notturne colori squillanti e surreali, rimandano l’osservatore all’atmosfera sognante dell’infanzia.
Ha la simpatica tendenza di accompagnare le immagini con frasi, versi poetici, testi di canzoni.
Questa sua inclinazione si ispira all’influenza della Pop Art degli anni ’70, periodo in cui sperimenta col colore avvicinandosi all’astrattismo e ai Combine Paintings di Rauschenberg.
Artista che utilizza le più svariate tecniche e supporti nel corso della sua carriera, dall’acquarello all’incisione, dal collage all’olio su tela, tavola, carta, ceramica. Dopo l’esperienza da incisore della prima metà degli anni ’70, Musante si dedica completamente alla pittura figurativa. Dapprima le sue eleganti figure femminili sono molto vicine allo stile di Gustav Klimt e della Secessione Viennese, successivamente intraprende la strada del pittore di favole che l’ha reso celebre. Dedica un ciclo all’”Antologia di Spoon River” e uno ad “Alice nel Paese delle Meraviglie” e illustra numerosi libri di racconti ed espone in Italia (Roma, Milano, Prato, Verona, Bologna, Torino, Firenze) e all’estero (Berlino, Parigi, New York, Arabia Saudita).
Il suo percorso formativo è variegato di esperienze e studi approfonditi grazie ai quali, come precedentemente citato, ha potuto ispirarsi a vari generi di arte. Dopo essersi diplomato presso il liceo artistico e poi alla sezione distaccata Albertina di belle arti di Torino, decide di iscriversi alla Facoltà di Filosofia del capoluogo ligure, contemporaneamente alla frequentazione dei corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Attorno alla metà degli anni Sessanta aveva già condotto le sue prime sperimentazioni artistiche, legate soprattutto al colore, iniziando a partecipare a mostre collettive, concorsi e premi. La sua produzione tra gli anni Sessanta e Settanta risente richiama la Pop Art alla Combine Paintings. Il suo primo esordio avviene nel 1973 presso la Galleria Il Quadrifoglio di La Spezia, attraverso una collettiva ed una personale. Quest'anno rappresenta anche l’inizio della sua attività di incisore, che lo porterà ad apparire nei cataloghi delle “Incisioni originali italiane e straniere dell’800 e moderne” della Libreria Antiquaria di Dino e Paolo Prandi. Musante frequenta anche la Galleria Sperone di Torino, dove ha modo di conoscere i rappresentanti della cosiddetta Arte Povera, tra i quali Penone. A metà degli anni Settanta la sua arte subisce una trasformazione, con l'influenza della pittura figurativa, in particolar modo le figure femminili ispirategli dagli artisti della Secessione viennese.
Maurizio Vanni, museologo, critico e storico dell’arte descrive così le atmosfere delle opere di Musante:
“Ragazze volanti con il cuore in mano che rincorrono nuvole colorate, figure maschili che, incredule e meravigliate, si proiettano in acrobazie per sfuggire a una meravigliosa pioggia di cuori colorati. In certi casi un filo sospeso non trasfigura semplicemente una prova d’abilità legata all’equilibrio, ma diventa simbolo di divisione tra dimensioni differenti, tra stati diversi, tra finito e infinito, tra giorno e notte, tra realtà e favola, tra vita vissuta e vita auspicata. Ecco che i sottili cuori, che sembrano scendere dal cielo con la levità della purezza, si trasformano in simbolo di quell’amore universale in grado di contaminare ogni cosa, di cambiare le sorti del mondo e di sovvertire gli animi delle persone che, almeno all’apparenza, sembrano lontane dal calore della luce del sole. Realtà, fantasia, non-sense, mistero, intrigo, frammenti memoriali sono uniti a parti ideali che il nostro artista raccoglie nel proscenio di un teatro dalla quinta quantomeno suggestiva ed evocativa”.
Nel 1984 ricopre il ruolo di insegnante di tecniche dell’incisione artistica in un corso professionale della Comunità Europea e nel 1987, la Pinacoteca civica di Vezzano Ligure, ospita una sua personale. Probabilmente, proprio il clima di quel borgo medievale, dove dal 1993 ha deciso di vivere e lavorare, ha contribuito ad alleggerire le atmosfere delle sue opere precedenti. Lungo la sua carriera ad interessarlo, oltre alle sue tele, è l’illustrazione di diversi libri e racconti di favole. Dagli anni Settanta sono innumerevoli le occasioni che egli ha di esporre, attraverso personali svolte lungo tutta la penisola, ma anche all’estero a Berlino, Parigi, Barcellona e al Museum of Modern Art di New York.
Musante coniuga l’attività di pittore con quella di illustratore.
A tal proposito, nel 2007, ha prestato i suoi soggetti per la realizzazione della sigla e delle scenografie dello spettacolo televisivo Zelig.
L’artista definisce così la sua arte:
“Mi sveglio e comincio il viaggio del giorno, mi allontano dal sentiero del quotidiano per andare incontro ad un nuovo sogno, viaggiatore senza bagaglio e senza biglietto, viaggio a piedi, in nave, in treno; scendo ad una stazione sconosciuta ed incontro gente nuova, raccolgo ingordo, storie inedite, rubo i colori ai fiori, ai tramonti, alla notte, mi corico sotto una pianta ed aspetto il mattino per riprendere il mio infinito viaggio. Amo questo viaggiare, mi porta sempre lontano, amo i suoi colori, le sue musiche a volte silenziose, altre volte assordanti, amo le sue parole, anche le sue ingiurie, ma non sopporto i suoi silenzi di sogno offeso, cerco tra i sassi di una spiaggia i suoi frammenti più piccoli per ricostruire una trama che si perderà rubata dalla prima onda insieme all’ultimo quarto di luna. Amo dipingere sogni rubati alla realtà.”.
“La fantasia è una compagna di vita!”